La penisola italiana, geograficamente propaggine del continente europeo nel bacino del Mediterraneo, anche per la sua collocazione nei secoli è stata crocevia di popoli, che si sono incontrati e scontrati generando intensi interscambi, ibridazioni e suggestive innovazioni.
Specialmente nell’ altomedioevo i flussi migratori, innestandosi sul substrato culturale delle istituzioni giuridiche romane e dei centri depositari del sapere quali scuole e monasteri, o comunque connessi alla tradizione imperiale, diedero impulso a processi artistici innovativi sul piano estetico e tecnico.
Fondata già nel primo secolo a.C. come municipium romano, la città di Pavia, in posizione baricentrica tra il continente europeo e il bacino del Mar Mediterraneo si trovò all’incrocio delle più importanti strade internazionali, di terra e d’acqua, dalle isole britanniche a Roma (via francigena), da Bordeax a Gerusalemme (itinerario gerosolimitano o burdigalense), da est e da nord a Finisterre (vie compostelane).
Affacciata sul fiume da cui inizialmente prese il nome di Ticinum, dalla tarda antichità fino al termine dell’età visconteo-sforzesca con la vicina Milano ricoprì a fasi alterne il ruolo di sede del potere politico, prima con Odoacre (476-493) e con Teodorico (493-526), poi con i Longobardi (572-774), i Carolingi, i Sassoni e gli Ottoni (774-1024), come capitale del Regno Italico.
Fu quindi anche importante piazza commerciale dove si scambiavano merci preziose e rare provenienti dall’Oriente attraverso il Mediterraneo, Venezia e il Po.
In tale contesto peculiare è la vicenda di due importanti complessi monastici maschili, San Pietro in ciel d’oro e San Salvatore, sorti appena fuori le mura di Pavia, per iniziativa di re longobardi e poi particolarmente sviluppatisi in età soprattutto ottoniana. Lo status speciale di questi complessi ne ha fatto nel tempo fondazioni di particolare importanza lungo un arco cronologico che supera l’età medievale.
Si deve al re longobardo Liutprando (690 c.a – 744) l’istituzione del monastero presso la chiesa di S. Pietro, a nord delle mura e lungo l’antica strada per Mediolanum, dove ad opera dello stesso re dovettero pervenire (traslate dalla Sardegna) le reliquie del dottore della chiesa e grande filosofo e teologo Sant’Agostino.
Il luogo, conservando anche i resti mortali del filosofo e senatore romano Severino Boezio, divenne meta di pellegrinaggi. Ospitò sinodi e concili, godendo nel tempo del favore della corte regia e poi imperiale e divenne forse una delle residenze occasionali della corte stessa all’indomani della distruzione, nel 1024, dell’antico Palatium posto all’interno delle mura, residenza già di Teodorico, dei re longobardi e dei re e imperatori carolingi e ottoniani, fino a Enrico II.
L’altro grande monastero che godette nel tempo del favore della corte regia e poi imperiale, divenendo pure una delle residenze occasionali della corte stessa in seguito alla distruzione Palatium avvenuta nel 1024 fu quello di San Salvatore, posto poco fuori le mura occidentali della città.
Sul luogo inizialmente era sorto un antico cimitero longobardo, dove il re Ariperto I (653-661) aveva posto il mausoleo della sua famiglia regale. Più tardi vi fu istituito il monastero maschile, che nella seconda metà del X secolo godette delle attenzioni ricostruttive e riformatrici dell’imperatrice Adelaide, moglie di Ottone II.
La basilica di San Michele, considerata uno dei maggiori monumenti italiani, si distingue tra gli edifici del Romanico lombardo per la sua facciata realizzata non in cotto ma in pietra arenaria e riccamente decorata da sculture oggetto di lunghi restauri per preservarle e garantirne la conservazione. Il primo edificio di epoca longobarda, documentato già nel VII secolo e distrutto a causa di un incendio nel 1004, venne poi sostituito dall’attuale basilica la cui costruzione risale alla fine dell’XI secolo e che fu terminata entro il 1155.
Fin dalle sue origini, per la vicinanza con il palatium fatto realizzare da Teodorico all’inizio del VI secolo, venne identificata come templum regium. Considerata come cappella palatina mentre Pavia era capitale del regno longobardo, già in epoca carolingia vi si tenevano cerimonie legate a re e ad imperatori, tra cui le incoronazioni dei re italici come Berengario I nell’888, fino alla solenne incoronazione dell’imperatore Federico Barbarossa come re d’Italia nel 1155.
A fronte di un così centrale ruolo di Pavia nel panorama dell’Europa medioevale, restano invece ancora poco note al grande pubblico, e per alcuni aspetti anche agli studiosi, le testimonianze materiali, architettoniche e artistiche, connesse con quelle vicende storiche.
Punto di osservazione privilegiato per comprendere il significato storico della città di Pavia nel circuito delle sedi di potere dell’Europa medievale è la storia parallela dei due monasteri di San Salvatore e di San Pietro in ciel d’oro, originariamente inclusi nella rete delle grandi istituzioni del Sacro Romano Impero.
Per questo nel corso del 2017 l’Associazione l’Italia Fenice decide di finanziare il progetto “Pavia – I monasteri imperiali” per favorire la conoscenza delle vicende storiche dei complessi di San Pietro in ciel d’oro e di San Salvatore a Pavia attraverso l’utilizzo di moderne tecniche di indagine che andranno ad integrare la documentazione archivistica e la bibliografia pregressa. Il progetto indaga le “radici“ longobarde e ottoniane dei due complessi architettonici che, a noi pervenuti dopo varie trasformazioni, non conservano in vista alcuna traccia delle fasi precedenti le loro ricostruzioni, avvenute rispettivamente nel XII secolo per San Pietro in ciel d’oro e dal XV per San Salvatore.
Come ideale prosecuzione del primo progetto, nel corso del 2018 e del 2019 le analisi compiute nei complessi monumentali di San Pietro in ciel d’oro e di San Salvatore sono state approfondite e sono state compiute indagini archeologiche anche in San Michele, la Basilica dei re, allo scopo di ricostruire il periodo della storia pavese compresa tra l’epoca longobarda e quella dei re italici per riportare alla luce testimonianze di età altomedievale.
A questo scopo si è realizzata una proficua sinergia l’Associazione L’Italia Fenice e l’Associazione Il Bel San Michele per presentare alla Regione Lombardia un nuovo progetto che è stato possibile realizzare con il concorso di risorse di Regione Lombardia Bando anno 2018 per la promozione di interventi di valorizzazione di aree archeologiche, siti iscritti o candidati alla lista UNESCO e itinerari culturali.