Nel corso della nuova fase del progetto per indagare le fasi costruttive della basilica di San Salvatore sono stati effettuati due saggi di scavo finalizzati ad approfondire i dati emersi durante la realizzazione del rilievo con il georadar già compiuto nella prima tranche del progetto.
In particolare si è scelto di effettuare gli scavi nelle zone esterne alla basilica in cui le indagini radarstratigrafiche avevano evidenziato la presenza di anomalie nella struttura del terreno.
Ci si è concentrati inizialmente con il primo saggio di scavo nell’angolo sudoccidentale del lastricato di accesso dal passo carraio del piccolo chiostro all’androne di comunicazione col cortile Stella: in questa piccola porzione di terreno si è evidenziata la presenza di un piccolo ambiente con una copertura a volta che poteva essere utilizzato per collocare rottami e scarti, definito come un «bottino»; sotto ad esso è stata rivelata la presenza di altre strutture più antiche con una sepoltura sottostante, forse di un corpo di dimensioni infantili, posta nella nuda terra.
La seconda campagna di scavi è stata effettuata nel giardino del piccolo chiostro, e precisamente nell’angolo in cui il transetto si innesta sulla navata della chiesa: in questo sito gli scavi hanno verificato la presenza, portata temporaneamente alla luce, di un importante deposito archeologico utile ad indagare e comprendere le fasi degli insediamenti preesistenti. Di particolare interesse ed importanza è stato il ritrovamento di un gruppo di tombe cosiddette «alla cappuccina» formate da alcune lastre, spesso derivate da manufatti utilizzati per la copertura di edifici, all’interno delle quali veniva posto il defunto poi ricoperti con tegole disposte su due spioventi uniti alle estremità e poi ricoperte con terra. Queste sepolture, di origine etrusco-romana, furono lungamente utilizzate nel corso dell’età tardo-antica e durante l’epoca medievale.