Il progetto intende effettuare l’analisi su base bioarcheologica e genetica delle ossa del re longobardo Liutprando.
Si possono infatti ottenere dati e informazioni importanti tramite un esame dei resti scheletrici attribuiti a Liutprando e deposti verso la fine del XII secolo alla base di un pilastro della basilica.
Per lo sviluppo del progetto in San Pietro in ciel d’oro, a lato dell’esplorazione con il georadar, risulta opportuno procedere ad un esame dei resti ossei tradizionalmente attribuiti al sovrano longobardo.
Tali resti, già indagati antropologicamente alla fine del XIX secolo, potrebbero essere oggi sottoposti a un nuovo studio antropologico e a campionamento per condurre analisi moderne volte a recuperare dati per una più precisa datazione dei resti, oltre che informazioni sull’età del defunto e sulle eventuali patologie e che, nel caso, consentano anche di confermare la loro attribuzione su base genetica ed etnica.
Operatori: equipe del professor Gino Fornaciari, divisione di Paleopatologia, dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia, Università di Pisa Equipe del professor Lomartire, CenISCo (Centro Interdisciplinare per lo Studio e la Conservazione dei Beni Culturali, dipartimento di Studi umanistici, Università del Piemonte orientale).
In collaborazione (per spettrometria XRF) con il Dipartimento di Chimica, Università di Torino.
Luogo: San Pietro in ciel d’oro
Tempi: 2017-2018
Metodologia:
Esame dei resti scheletrici con l’aiuto di un archeologo medievale esperto in archeologia funeraria (per eventuali reperti presenti).
Esame macroscopico (osteoarcheologico, antropometrico, paleo patologico) da effettuare a Pavia allestendo un laboratorio sul campo eventualmente eseguendo anche radiografie e TC in un reparto radiologico di Pavia.
Se i dati antropologici (sesso, età di morte, eventuali patologie) corrisponderanno a quelli storici di Liutprando, la tappa successiva sarà la datazione con acceleratore, che richiede solo un minuscolo frammento di osso (esame da eseguire nel Laboratorio di Fisica della II Università di Napoli – Caserta, che potrebbe produrre anche gli isotopi stabili per la paleonutrizione (C13 e N15) e per la provenienza geografica dell’individuo (o18 e Sr87-86).
In una successiva fase si possono effettuare analisi in spettroscopia Raman per analisi chimiche di superficie e in XRF anche su eventuali sezioni di osso (a cura dell’Università del Piemonte orientale).
Solo successivamente: rilevamento del DNA antico tramite meta genomica, eventualmente per confortare i dati storici su eventuali malattie del sovrano, in collaborazione con alcuni lavoratori stranieri con cui il gruppo di ricerca di Pisa ha in corso studi in comune.
Puntata di Superquark del 25 luglio 2018 sulle indagini del professor Gino Fornaciari sui frammenti ossei ritenuti di re Liutprando
Lettera con le firme inserita nella cassetta; i presenti firmatari sono: Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo Pavia; col. Danilo Ottaviani, comandante Provinciale dei Carabinieri di Pavia; Massimo Depaoli, sindaco del comune di Pavia; prof. Fabio Rugge, Rettore dell’Università di Pavia; Gianmarco Centinaio, senatore; Alessandro Cattaneo, deputato; Angelo Ciocca, europarlamentare; Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e cultura, Regione Lombardia; p. Antonio Baldoni, Priore di san Pietro in ciel d’oro; Mirella Scarabelli, Associazione L’Italia Fenice, a nome del Presidente Paolo Omodeo Salè; Saverio Lomartire, Università del Piemonte Orientale, coordinatore del progetto; Maria Teresa Mazzilli Savini, Università di Pavia, coordinatore del progetto; Gino Fornaciari, paleoantropologo dell’Università di Pisa; Cinzia Parnigoni, restauratrice attiva nell’ambito del progetto; Claudia Trentani, fotografa attiva nell’ambito del progetto; Cesare Repossi , Presidente della Società Pavese di Storia Patria; Luisa Erba, Presidente della Società per la Conservazione dell’Arte Cristiana; Don Daniele Baldi, parroco del Carmine; p. Mario De Santis, Rettore della basilica di san Pietro in ciel d’oro
Il professore Saverio Lomartire spiega il motivo dell’inserzione del fior di conio nella cassetta con i frammenti ossei di Liutprando