Prospezioni del sottosuolo delle basiliche e aree contigue di San Salvatore e San Pietro in ciel d’oro tramite speciali attrezzature georadar.
Occorre una prima fase di indagini non invasive per preparare campagne mirate di scavi archeologici.
Soltanto campagne mirate di scavi archeologici e di esplorazione delle strutture fino a oggi pervenute potranno in futuro fornire qualche dato ulteriore.
Nel frattempo però una prima fase di indagine non invasive potrebbe opportunamente essere condotta tramite l’impiego di tecnologie di prospezione del sottosuolo con speciali attrezzature georadar, che permettono di acquisire dati su resti di strutture, sepolture o anomalie presenti sotto gli attuali livelli di calpestio.
Mediante l’uso delle attrezzature georadar e impiegando le tecniche più adatte al tipo di suolo e alla situazione strutturale circostante è possibile scandagliare con speciali apparecchiature il sottosuolo fino alla quota prefissata. Le eventuali anomalie, discontinuità, persistenze di strutture sepolte (muri, sepolture, manufatti) possono essere rilevate all’interno di un reticolo con grande precisione, esaminando anche per sottili strati e permettendo di dare concretamente forma a ciò che si trova nel sottosuolo.
Dopo una serie di elaborazioni e interpretazioni dei dati, il risultato è in genere costituito da un rilievo planimetrico che rende evidenti graficamente, in due o anche in tre dimensioni, la posizione e la consistenza degli eventuali manufatti nel sottosuolo – nel nostro caso anche in rapporto topografico con le strutture in elevato – permettendo ipotesi affidabili sulla loro natura e sul rapporto cronologico con gli edifici ancora oggi esistenti.
Operatore: ditta Geoinvest srl di Piacenza
Tempi: primavera 2017
Luoghi: interno delle chiese e nelle aree circostanti
Metodologia: Si renderebbe opportuno l’esplorazione dell’area del monastero di San Salvatore prossima alla chiesa attuale e ai cortili verso ovest al fine di rintracciare elementi che permettono di riconoscere l’ubicazione e la conformazione del monastero altomedievale e della relativa chiesa (l’attuale si è data alla metà del XV secolo e forse solo in parte si situa sul sito di quella preesistente che forse potrebbe localizzarsi in corpi di fabbrica esterni verso nord, come l’attuale archivio notarile).
Le indagini potrebbero auspicabilmente fornire informazioni anche su eventuali sepolture antiche visto che i corpi dei re longobardi devono essere stati rinvenuti e ricollocati in luogo recondito forse già nell’XI secolo o forse in seguito, come indica il ritrovamento nel XIX secolo dell’epitaffio frammentario del re Cuniperto oggi ai Musei civici di Pavia.
La stessa operazione andrebbe compiuta per San Pietro in ciel d’oro nella prospettiva di recuperare informazioni sulle fasi precedenti della basilica e di parte del complesso monastico note solo in parte. Inoltre tale investigazione permetterebbe di recuperare dati relativi ad antiche sepolture che potrebbero essere anche connesse a personaggi importanti.